Quando arriva mezzanotte pensi sempre che debba accadere qualcosa:
che gli orologi comincino a suonare insieme, che le ombre si trasformino in braccia e lacrime, che i fantasmi vengano a farti visita.
Ho provato a commentare e parlare di notizie più o meno curiose, in questa sede, ma vivevo in una lunga mezzanotte e i fantasmi continuavano a visitarmi.
L'ansia del vento parla di una nostalgia che forse è una malattia da società evolute che hanno perso il contatto con la terra, con il mare, con l'aria.
E così andavo in giro boccheggiando, aspettando una mano pietosa
che mi rigettasse nel mare dei miei pensieri.
Perché non è folle, non è vano, il mondo dei libri.
La biblioteca cullava i suoi ospiti, a mezzanotte:
i vecchi tomi gettavano calde copertine sui nuovi arrivati
e marcivano volentieri al freddo
di rilegature mangiate dal tarlo del tempo.
Così mi cullava la balia della mia infanzia
in una terra di sole, mare e montagne a strapiombo:
tra limoni e ossi di seppia sono cresciuta
e non so dove altro andare.
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