Quando
le luci bianche dell’alba incominciarono a salire, lui vide i prati morbidi,
quasi a poterli sentire sotto i piedi. Sentì il calore del sole accarezzargli
la barba ispida e la prima boccata di fumo riempirgli i polmoni. Pensò che da
lì a poco avrebbe aperto la stalla e avrebbe dovuto fare un giro per i campi
per controllare i braccianti. Pensò al pasto che lo attendeva e al profumo del
cibo.
Al suono di una campana i suoi occhi
si aprirono a un angolo di mondo remoto: lontano dai prati verdi tutto era
brullo ed esanime, olivi arroccati su pendii aridi e bambini scalzi tra le
macerie di un paese che non era più.
La
campana suonava da sola.
La
partenza per il fronte lo aveva colto impreparato, l’ennesima Sally lo
aspettava quella sera ma lui non se l’era sentita. Quella sera rimase accanto
al camino, chiuso in una casa che già non gli apparteneva più. Il fuoco era
freddo, quella sera. Le parole lontane. E nel chiudere gli occhi, quella notte,
sentì una nenia familiare che stentava a riconoscere.
La
Sally di turno lo salutò disperata il giorno seguente, quasi fosse lei a partire
per quel punto geografico dall’altra parte del mondo, ma il suo abbraccio era
caldo e le sue lacrime quasi sincere.
Partì
un giovedì di settembre.
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