lunedì 4 novembre 2013

Giorno 16

            Quando le luci bianche dell’alba incominciarono a salire, lui vide i prati morbidi, quasi a poterli sentire sotto i piedi. Sentì il calore del sole accarezzargli la barba ispida e la prima boccata di fumo riempirgli i polmoni. Pensò che da lì a poco avrebbe aperto la stalla e avrebbe dovuto fare un giro per i campi per controllare i braccianti. Pensò al pasto che lo attendeva e al profumo del cibo.
Al suono di una campana i suoi occhi si aprirono a un angolo di mondo remoto: lontano dai prati verdi tutto era brullo ed esanime, olivi arroccati su pendii aridi e bambini scalzi tra le macerie di un paese che non era più.
              La campana suonava da sola.

       La partenza per il fronte lo aveva colto impreparato, l’ennesima Sally lo aspettava quella sera ma lui non se l’era sentita. Quella sera rimase accanto al camino, chiuso in una casa che già non gli apparteneva più. Il fuoco era freddo, quella sera. Le parole lontane. E nel chiudere gli occhi, quella notte, sentì una nenia familiare che stentava a riconoscere.
            La Sally di turno lo salutò disperata il giorno seguente, quasi fosse lei a partire per quel punto geografico dall’altra parte del mondo, ma il suo abbraccio era caldo e le sue lacrime quasi sincere.

            Partì un giovedì di settembre.





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